Paola Cereda, L’unico finale possibile
29 Maggio 2025Paola Cereda nata in Brianza è una scrittrice, psicologa e regista teatrale, insegna scrittura alla Scuola Holden di Torino, città in cui vive ed ha all’attivo molte pubblicazioni, per le quali è stata nominata due volte finalista al Premio Calvino, finalista del premio Rapallo e vincitrice con il libro La figlia del ferro edito a marzo 2022 da Giulio Perrone editore, del premio FuggiStoria per il romanzo storico e del premio Wondy nel 2023.
L’unico finale possibile edito dalla casa editrice Bollati Boringhieri a maggio 2025, è il suo ultimo romanzo.

“Apro Word, creo Documento nuovo. Facciamo che questa storia cominci un venerdì notte, quando Gioia e un ragazzino che non conosco entrano nel cinema multisala dove lavoro per cinque giorni a settimana. Vendo popcorn e gommose in dieci metri quadrati pieni di coccodrilli, orsetti, rotelle, tagada, banane, happy-cola, frizzi, zenzerini, gelée, gessetti e fruttarelli che io stesso riverso dentro contenitori di plexiglass per convincere gli spettatori a entrare in sala portando con sè un inutile ma gratificante sacchetto di coloranti e zucchero. Lo sweet Corner ha le pareti color arancione e una nuvola azzurra che scende dal soffitto per simulare un angolo di cielo finto. Non ha finestre, soltanto una luce omogenea che impedisce di regolare l’umore in base alle ore e alle stagioni.”.
Titolo: L’unico finale possibile
Autore: Paola Cereda
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Pubblicazione: maggio 2025
Pagine: 224
ISBN: 978-88-339-4459-3
Raccontare le vite ai margini, l’intersezioni di prospettive apparentemente diverse che si incontrato attraverso la speranza di un futuro migliore.
Giaia, Leonardo e Momogol sono i protagonisti di questo romanzo che con toni pacati e una narrativa sobria e poetica, racconta le vite di chi non può farlo, di quelle persone spesso invisibili che inseguendo un sogno perdono la strada per non ritrovarla.
Paola Cereda scrive un romanzo che sa emozionare facendo conoscere al lettore una realtà troppo spesso trascurata.